di Luca Sforzini, esperto d’Arte e proprietario del Castello di Castellar Ponzano (https://www.valutazione-quadri.it/)
Un presunto Caravaggio sconosciuto – un “San Giovanni Battista” finora rimasto in collezione privata a New York – sarà presentato per la prima volta al pubblico nel 2025. L’evento, già definito “la scoperta dell’anno” dal mercato internazionale, riporta al centro il nodo cruciale dell’arte italiana dispersa nel mondo: quanto di ciò che definiamo patrimonio nazionale è realmente nostro?
Il caso è emblematico. L’opera, attribuita da un’équipe di storici dell’arte italiani e americani, è stata esportata legalmente negli anni ’50 e oggi riemerge con una valutazione stimata in oltre 70 milioni di dollari. Ma il dibattito va oltre la cifra: riguarda l’idea stessa di identità culturale in un mondo globalizzato, dove la diaspora delle opere d’arte si intreccia con geopolitica e finanza.
Il “ritorno simbolico” di un Caravaggio perduto ci interroga sul rapporto tra memoria e potere. In un’epoca in cui il controllo delle narrazioni storiche è sempre più conteso, ogni scoperta è anche un gesto politico. Ed è forse qui il vero mistero: non tanto l’autenticità dell’opera, quanto la forza con cui il suo riemergere riscrive la nostra percezione del passato.
Per valutazioni, stime e perizie su opere barocche e maestri italiani: WhatsApp 3314125138 – email lucasforziniarte@libero.it
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