di Luca Sforzini, esperto d’Arte e proprietario del Castello di Castellar Ponzano (https://www.valutazione-quadri.it/)
Il quadro si rovescia: non è solo l’arte che sopporta attacchi frutto dell’ideologia, ma l’ideologia che pretende di schermare falsi dietro la fama. L’ultimo episodio nel mondo dell’arte in Italia – l’intervento della polizia dei beni culturali al Museo Tarasconi di Parma per sequestrare 21 opere attribuite a Salvador Dalí – ha tutto il sapore di un processo simbolico.
Le opere sequestrate, tra arazzi, disegni e incisioni, erano esposte in una mostra dal titolo «Dalí: tra Arte e Mito», aperta a Parma dopo un primo passaggio a Roma. Gli investigatori — sollecitati dalla Fondazione Gala‑Dalí — hanno ravvisato “anomalie” nelle firme, materiali e provenienza.
Non si tratta soltanto di un caso isolato: è un segno che l’autenticità è diventata un campo di battaglia culturale in tempi in cui il mercato, i collezionisti e le istituzioni spesso preferiscono l’illusione alla fatica dell’indagine.
Un aggancio politico e di mercato
In Italia, proprio ora che il governo ha annunciato una riduzione dell’aliquota IVA sull’arte dal 22 % al 5 %, nel tentativo — secondo la stampa — di rilanciare il mercato domestico contro la fuga dei collezionisti all’estero, il sequestro assume una valenza esemplare: chi controlla il vero e il falso governa il desiderio collettivo.
Le mostre dovrebbero essere luoghi di fiducia, non di sospetto. Ogni opera esposta è un vincolo etico tra curatore, pubblico e mercante — e quando quel vincolo si incrina, è l’intero sistema che vacilla.
Mistero/simbolismo: la firma come sigillo esoterico
Nel caso di Dalí, la firma non è mai pura calligrafia: è sigillo, firma‑incantesimo. E l’atto del falsificare non è solo contraffazione, ma usurpazione del rito creativo. In ogni falso c’è la promessa — vana — di possedere l’aura perduta.
Se la vera opera ammalia per la polarità irripetibile dell’atto creativo, il falso tenta di catturarne l’ombra e il mistero: è un paradosso magico, una simulazione dell’assoluto che rimane sempre un doppione irriducibile.
Perizie e stime su opere analoghe (surrealismo, Dalí, grafica e arazzi XX secolo): WhatsApp 3314125138 – email lucasforziniarte@libero.it
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